Il mito Harley Davidson - Sognando gli USA...consigli di viaggio.

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Il mito Harley Davidson
LA STORIA DI UN MITO DIVENTATO LEGGENDA:
HARLEY DAVIDSON
di Michele Francabandiera

Ciò che mi ha spinto a dedicare un articolo sul mito Harley Davidson,è certamente l'amore sconsiderato per gli U.S.A. che ho  da quando ero solo un bambino e la passione per quegli on the road che negli anni, mi hanno fatto innamorare ancor di più degli States, delle sue terre sconfinate e della sua gente...

..ma in realtà ci fu un momento in particolare dove decisi di capire cosa significa amare l' Harley Davidson, fu nel mio ultimo fly&n'drive nel mid-west, in quel Motel sconosciuto in Ohio, dover per caso incontrai un gruppetto di 6/7 harleysti.
Fu un certo Sam, meccanico in pensione, a raccontarmi per la prima volta cosa vuol dire “essere harleysta” in America e nel mondo...

Certo, occorre precisare che non potrei mai parlare per esperienza vissuta, vista la mia totale ignoranza nel mondo del motociclismo in generale, ma nei miei viaggi a stelle e strisce ho avuto modo di incontrare molti di quegli harleysti come Sam che mi hanno avvicinato al loro mondo, per me, fino ad allora, sconosciuto.

Il loro modo di essere, di porsi, di vestire e di pensare mi ha spinto ad un'ossessionata ricerca di capire fino in fondo che cosa rappresenta per loro, essere harleysta.

Ho avuto, in altri viaggi, qualche dialogo con alcuni di essi, anche qui in Italia, ho dovuto leggere, fare ricerche e documentarmi un bel po' ma alla fine credo di essere riuscito a comprendere  che essere proprietari di un' Harley Davidson, è un qualcosa di unico  che affonda le radici in una storia lunga più di 100 anni.

E' per questo motivo che prima di addentrarci nei valori autentici e di cosa significa possedere un' Harley, credo sia giusto ripercorrere brevemente la sua storia.

Era il lontano 1901 quando a Milwuakee, nello stato del Wisconsin, due amici, anzi diciamo tre, uno Henry Melk, verrà ricordato per aver messo a disposizione di William Harley e Arthur Davidson, il suo umile garage con i suoi attrezzi, decisero di provare a mettere insieme i pezzi di un progetto particolare, montare un motore di piccola cilindrata su una bici a pedali!

Il progetto divenne realtà due anni più tardi, grazie anche al prezioso aiuto del fratello di Arthur, Walter Davidson. Il 28 Agosto del 1903 dunque, nasce ufficialmente la prima Harley Davidson che fu poi successivamente venduta ad un loro amico.
Da quel giorno quei ragazzi ne hanno fatta di strada, continuando a credere nel loro progetto e nella loro passione, diventando negli anni, validi ed esperti costruttori di motociclette, tanto da  sentire la necessità di uno spazio più adeguato alla loro costante crescita di attività imprenditoriale.

Nel 1906 i tre ragazzi inaugurano la prima sede ufficiale Harley-Davidson a Milwuakee e la loro costante ascesa permise loro di assumere anche alcuni dipendenti.

Il successo vero e proprio avvenne qualche anno più tardi. Nel 1917, durante la prima guerra mondiale, l'esercito statunitense ordinò una flotta di 20.000  motociclette per rinforzare il loro parco di assalto terrestre, questo permise all'azienda di diventare in pochi anni il maggior produttore di motociclette al mondo.
Il suo enorme successo la portò ad espandersi in pochi anni in tutto il globo, aprendo concessionarie in più di 60 paesi.
Nasce così, negli anni '20, il mito Harley Davidson, con il suo stile inconfondibile di guida e l'inimitabile ruggito del suo motore.

Negli anni a venire l'azienda sopravvisse stoicamente alla grande depressione americana, dove una miriade di fabbriche furono costrette a chiudere i battenti per sempre.
Qualche anno dopo ancora, sempre grazie all'esercito americano che ordinò stavolta 90.000 motociclette, l'azienda si consacrò definitivamente nel panorama motociclistico mondiale, resistendo a svariate crisi economiche e alla costante crescita di sempre più numerose fabbriche concorrenti.

Negli anni '60 per distinguersi da altri produttori di motociclette,  Harley Davidson puntò più decisamente a commercializzare il marchio, rendendolo una vera e propria icona, legata ad un modo di essere e di vestirsi. In risposta ad una campagna di marketing della casa motociclistica giapponese Honda che recitava “meet the nicest people on a Honda”,  l'Harley Davidson decise di accostare il proprio marchio alla classe operaia, all'aspetto duro e antisociale dell'uomo macho, per porsi da tutt'altra parte rispetto ai target delle altre case motociclistiche.

Nel 1971 con la produzione della FX Super Glide, l'Harley iniziò ad abbracciare uno stile diverso di concepire la classica motocicletta, lo stile chopper divenne ben presto un'icona cinematografica e permise all'azienda di aver ancor più visibilità grazie a film cult di successo internazionale come Easy Rider,  The Wild, Ghost Rider ma soprattutto Harley Davidson e Marlboro Man con l'interpretazione di un grande Mickey Rourke.

Ecco, questa è la storia che rende orgogliosi gli harleysti di tutto il  mondo, non c'è uno di loro che non conosca dove affondano le radici quell'ammasso di ferro, unito e assemblato armoniosamente con orgoglio e passione.

Negli anni Harley Davidson ha saputo cogliere quel senso di appartenenza, dando importanza al marchio tanto quanto alla motocicletta vera e propria. Sono infatti ormai divenuti molteplici gli store Harley Davidson in tutto il mondo. Quello che più colpisce e che rende Harley Davidson unica è che esistono appassionati di Harley che hanno cappellini, giubbotti di pelle, t-shirt senza di fatto possedere la motocicletta! E' una roba impensabile per altri brand di motociclette.
Questo accade perchè si sceglie di sposare un'idea e non essere semplicemente il proprietario di un mezzo.

Come dicevo in prefazione, fu Sam, sessantaduenne dell'Ohio, harleysta da almeno 40 anni, a spiegarmi come nasce l'amore per l'Harley... Sam mi raccontava che sentirsi harleysti vuol dire essere fedeli ad un certo stile, di non aver mai “cavalcato” una moto che non sia stata un' Harley Davidson ma quello che più mi colpì, è che  parlava della sua Harley (una street glide verde militare) come se stesse parlando di un'amante!
Aveva dato un nome a quella moto, dice che lo fanno tutti, la sua se non ricordo male si chiamava “Ashley”, mi diceva che uscire con Ashley per lui equivale a frequentare un'amante, è un amore che scorre parallelo a quello per la moglie ma che sa dare le stesse scariche di adrenalina di una scappatella...pazzesco, dico io!!  

Fuori dal Motel, intanto, che avevamo scelto per “spezzare” il lungo tragitto, dove eravamo vicini di stanza, iniziarono uno ad uno , ad uscire dalla camera i suoi compagni di viaggio, più o meno quasi tutti coetanei di Sam, tranne un ragazzo che poteva avere la mia età. Non ho potuto fare a meno di osservarli, di ascoltarli e ne sono rimasto rapito.  C'erano uomini ma anche donne, tutti vestiti con pantaloni e giacche di pelle consumate dall'età, parlavano della strada che avevano percorso e di quella che dovevano ancora fare, quando si avvicinavano alle loro moto, lo facevano con orgoglio  e rispetto, un amico di Sam si tolse la bandana che aveva in testa per togliere la polvere e la terra dal serbatoio della sua motocicletta.
Ho sentito con le mie orecchie che uno di loro si è rivolto alla sua moto chiedendogli scusa per quello che le aveva fatto passare il giorno prima.
Avevano passato l'intera notte a parlare e bere birra sulle note degli AC/DC, ed io, nella camera di fianco, non chiusi occhio ma non ero affatto infastidito, anzi era come se fossi lì con loro a ridere e chiacchierare...

Ecco, io non sono un motociclista, non lo sono mai stato in vita mia ma ascoltandoli, osservandoli, ho capito bene che un harleysta non possiede un mezzo per poter raggiungere una destinazione, un harleysta ha la sua “compagna di viaggio”, ha una sua vocazione, che è fatta di strade lunghe e di vento in faccia e l'America ha contribuito in maniera incredibile in questa simbiosi, perchè incarna in pieno quel senso di libertà di cui , chi possiede un Harley, sa di cosa sto parlando.

Nel mondo sono cresciuti come funghi funs club, come quelli patrocinati dalla stessa azienda Harley, chiamati HOG, acronimo di Harley Owners Group. Molte sono le iniziative degli HOG, che spesso si riuniscono in grandi eventi che hanno la capacità di radunare milioni di harleysti in tutto il pianeta. Perchè il senso di appartenenza qui, è qualcosa di speciale, in questi mega raduni non ci s'incontra solo per esibire la propria moto, no! Ci s'incontra per rafforzare quel già forte legame tra harleysti che punta decisamente al futuro senza mai dimenticare il glorioso passato...

In qualità di consulente di viaggi e di appassionato degli U.S.A., non posso non consigliare un tour in Harley negli States, senza dubbio il tour in Harley per eccellenza, rimane quello sulla Mother Road, percorrere tutta la Route 66 cavalcando il mito Harley Davidson, è probabilmente il viaggio più autentico e incredibile che possiate fare negli Stati Uniti...

Il mio personalissimo “viaggio in Harley” finisce qui, spero di aver dato l'idea a chi, come me, non è appassionato di motociclette, di capire questo mondo fatto di amore e storia, di sogni e strade polverose, di orgoglio e passione...

Concludo questo mio breve racconto sul mondo Harley Davidson con una frase storica di Simek, che diceva.. “un logo diventa simbolo quando le persone iniziano a volerlo usare per dire qualcosa su sé stessi”

Ecco perchè Harley Davidson da mito è ormai diventata leggenda.


Aggiornato il 22/01/2021
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